Ti invito a leggere l’ultimo articolo che ho pubblicato sul sito web “The Coaching Hub”, sulle cosiddette “domande potenti”, traduzione dell’inglese “powerful questioning”.

In questo articolo ti propongo tre domande che in effetti io considero “potenti”, nel senso che hanno il potere di permettere ad una persona di trovare il proprio orientamento di fronte a un quesito.

Ma, come dice bene uno dei miei docenti di coaching (Franco Rossi):

È potente il domandare, non la domanda in sè.

La potenza di una specifica domanda è determinata dalla condizione del coachee.

Non esistono domande potenti in se stesse.

Questo approccio mi piace moltissimo.

Anzitutto perchè toglie dal coach l’ansia di dover avere nella propria valigia delle “domande potenti”, restituendolo al suo ruolo di maieuta in ascolto, facilitatore del potenziale del proprio cliente. Poi perchè pone l’accento sull’efficacia del domandare: da filosofa quale io sono, amo decisamente di più mettermi in ascolto di una domanda, che riposare nella chiusura di una risposta.

Nella definizione delle core competencies di un coach secondo l’International Coach Federation c’è infatti il “powerful questioning“, cioè il “potente domandare” – e non le “powerful questions”.

Per approfondire il mio pensiero su questi argomenti, leggi tutto nel mio articolo dedicato, a questo link.

 

Diana Tedoldi

 

error: Contenuto protetto